domenica 1 aprile 2018

L'inizio della partita

Isotta è un sole di febbraio in Brasile. Non è chiaro come il pensiero si possa ridirezionare perché punti ad un unico scopo, e l'oggetto della sua paura la elude. Remo la chiama al cellulare, dopo aver passato imbarazzanti minuti senza sapere come digitare il numero o ormai come digitare la parola che la identifica. Non è importante sapere cosa si sta facendo o dove si sta andando, l'importante è rimanere fedeli alle proprie idee, e non smettere mai di giocare. Preme il tasto "chiama". Lei risponde, si scambiano sospiri e sorrisi che nessuno dei due può vedere. Comincia a piovere, il rumore alternante si scambia con le conversazioni d'occasione. Forse la nostra relazione è davvero uno scambio spirituale, e non c'è bisogno attendere che spiova. Uno scambio di parole che va oltre l'oggetto grammaticale e si perde in assuefazioni che forse nemmeno una sigaretta saprebbe dare. Il dialogo sembra precipitarsi verso un bacino accogliente di silenzio che poi in effetti dura una decina di secondi. Un silenzio dolce e interessante, in cui in qualche modo entrambi riescono a dimenticare che il loro alternato scambio di impressioni sul mondo convergerà in qualcosa di molto meno stratificato di quanto è sembrato al momento della sua creazione. Si è persa una goccia nell'acqua del bacino, ora è indistinguibile dalle altre e si cristallizza una sfera di coscienza, che alimenta quella che ancora non sa di essere infinita. Qualcuno piange. Ricomincia il dialogo, e la stratificazione riprende a fare il suo gioco, fuori dalla finestra l'andirivieni di gente che tutto sommato si accontenta delle briciole.

Facciamo così: tu frantumi il pane e io ne mangio le briciole se e quando sarai sazio o soddisfatto delle cadute emotive e intensità di cui comunque non hai mai fatto a meno mi farai un cenno e io smetterò senza nemmeno discutere.

Torna un nuovo silenzio tra i due, è ora di incontrarsi, stabiliamo le coordinate spaziali e temporali e atteniamoci ad esse, stiamo fedeli ad esse e manteniamoci stabili nell'attesa come se fosse vuota e la vita non la riempisse ad ogni secondo, giustificando se stessa ad ogni secondo e dando senso a tutto quello che a un'analisi raffinata risulta essere un vuoto di significato. Riagganciano. Remo prende la scacchiera ed esce di casa. Isotta apre la finestra e guarda le persone che animatamente discutono riguardo a cose che riescono inspiegabilmente a preoccupare percorsi di elettricità che ricadono in forma liquida alimentando risposte e nuove domande. Il camminare cadenzato di Remo mentre si dirige a casa di Isotta non lo distrae da frenetici sequenze di mosse sulla scacchiera, programmate e in fase di costruzione. La pioggia si dirige verso la sua fine, alimentando la creazione e allo stesso tempo dimenticando la meraviglia che l'ha introdotta nella vita di Remo nel momento in cui una sfera di coscienza stava lasciando il posto allo sgorgare inesauribile di idee interrotto da un'ennesima scelta sbagliata: probabilmente un giorno la vita di centinaia di persone sarà appesa a un'andatura, uno stile di slancio della gamba e la scelta di quale gamba slanciare per prima. La pioggia smette del tutto. Le due linee di elettricità si ricongiungono e scompare la luce. Remo bussa alla porta di Isotta e si prepara a poco premurose sequenze obbligate di scelte tutto sommato intercambiabili e poco importanti, ma che in realtà definiranno non solo la sua vita ma quella di tutti coloro che si accontentano di smuovere tremende onde di idee sfiorando l'aria con le dita.