martedì 30 aprile 2013

Su un torneo che ho finito domenica

Mogliano 2013
Turno 1. Tocca al bianco (io). Ho giocato 23.Qg5! e il bianco ha un'iniziativa molto forte. La partita è proseguita 23...Rc7 {non si può 23...0-0 per 24.Nxe6! minaccia matto in g7, 24...Qxe6 25.Bxd5} 24. Bh5+ g6 25. Qf6 Rf8 26. Qxe6+ Qxe6 27. Nxe6 Re7 28. Bg4 Be2 29. Bxe2 Rxe6 30. Rxd5 Be7 31. Bg4 Rb6 32. Bd7+ Kd8 33. Rhd1 Rf2 34. R5d2?! Rxd2 35. Rxd2 Bg5 36. Rd3 Bf4 {è diventata difficile da vincere} 37. e6 Bxh2 38. Rh3 Rd6 39. a3 bxa3?? 40. Rxh2 1-0

Turno 2. Tocca al nero (io). Ho giocato la triste 32...Bf8. Non compromette la partita ma Be7 era molto più attiva. La partita è proseguita 33. Qc6 Qa6 34. Qxa6 Rxa6, fin qua tutto bene, ma dopo 35. Rd8 Rb6? (Rd6! seguita da Rd5) ho perso il finale.

Turno 3. Tocca al nero (io). Non ho avuto il coraggio di analizzare a fondo 26...d5! che vince e ho giocato 26...Qb4?, ora il bianco può equalizzare con Qc3! ma gioca 27. Ne3? d5! 28. Nxd5 Rxd5 {anche 28...Rxc2 29. Kb1 Rb2+ vinceva} 0-1

Turno 4. Tocca al bianco (io). Il momento in cui ho sbagliato. Anziché giocare 25. Qf3 che mantiene la tensione e le minacce, ho giocato la triste 25. Nc4 a cui è seguito 25...Qe2 e il bianco ha vinto grazie alla pressione su g2.

Turno 5. Tocca al nero (io). Sensazionale! L'avversario ha elo 2351. Ho abbandonato in questa posizione che è patta dopo h5! Il nero si mette in stallo e per evitarlo il bianco deve cedere il Ph3. Ci si convince che è patta.

Turno 6. Tocca al nero. Io sono il bianco. Il nero gioca 37...Nf3+ che è un modo opinabile di entrare in un finale senza molte speranze. Il fatto è che poi io sono riuscito a compromettere la vittoria in scarsità di tempo! La partita è proseguita 38. Qxf3 Rxe1+ 39. Rxe1 Qxd4 40. Qxf7+ Kh8 41. Re8+ Rxe8 42. Qxe8+ Kg7 43. Qf7+ Kh6 44. g3?? {Qf3!} Bxg3 adesso è patta, ma ho vinto lo stesso perché l'avversario in scarsità di tempo ha sbagliato.

venerdì 12 aprile 2013

Autorevolezza e verità

Una cosa che gli studenti fanno fatica a fare è mettere in discussione i professori, cioè vincere la tentazione di prendere come oro colato quello che dicono, cioè pensare con la propria testa. Il problema è che spesso quello che si lamenta della didattica è lo stesso che crede che l'insegnamento sia un po' come riempire una testa di nozioni. Seriamente, se un prof dice una cosa palesemente falsa ci sarà comunque un buon 35% di studenti che metterà l'autorevolezza del prof al di sopra della propria capacità di critica e discernimento. Non te ne fai niente di una frase vera. L'autorevolezza è un concetto astratto e abbastanza profondo, non si può applicare all'apprendimento così alla leggera. Bisognerebbe capire che un professore è un essere umano e va trattato come essere umano, con le sue opinioni e le sue lacune. La lezione non è un innaffiamento, è un posto dove si parla di cose, si danno stimoli e proposte. La verità è un'altra cosa. L'autorevolezza non esiste.

sabato 6 aprile 2013

Scacchi e qualità

Mi ci sono voluti anni, ma credo di aver capito che in una partita di scacchi il giocatore, più che cercare di vincere, cerca di alimentare la bellezza dell'opera d'arte che sta contribuendo a costruire. La sconfitta non è una manifestazione di debolezza, e il disappunto che genera non è dovuto a ragioni evoluzionistiche secondo cui il vincitore ha colto l'occasione per fortificare il suo credito sessuale e il perdente no. Il dispiacere della sconfitta è dovuto alla mancata occasione di aggiungere bellezza dove si poteva. L'unica cosa che vale la pena vincere è l'agonismo, il pensiero che la vittoria è meglio per chi la ottiene. Non è così: la vittoria è meglio per chi la può ottenere, e il contributo del compagno di gioco sta nel rendere la vittoria ottenibile il più possibile di qualità. Se poi la possibilità di vittoria passa dall'altra parte i ruoli si scambiano. Il disappunto che segue una mossa considerata debole non è tanto dovuto alla demotivazione che genera un piano strategico di facile concepimento, ma dal calo di qualità subito dall'organismo partita di scacchi.